venerdì 30 ottobre 2009

Mia e il gate

Mia ama le sfide. Quando legge qualche annuncio riguardante call center che cercano operatori si sente spinta a rispondere subito mandando il suo CV all' agenzia interinale. Ieri pomeriggio l' ha inviato ad una agenzia che cerca operatori inbound. Vista la precendete esperienza outbound (abbastanza fallimentare per la sua psiche), si era detta che avrebbe riprovato ma solo per assistere clienti, non nella vendita per telefono.
Poco dopo viene contattata dall' agenzia interinale, una tipa dalla voce gentile e simpatica la invita a presentarsi la mattina dopo alle 10 per un colloquio di gruppo e dei test di valutazione. Le chiede inoltre come se la cava con la geografia e a Mia l' atlante è sempre piaciuto. Salutando la signorina per telefono sente un urletto proveniente sempre da lei; aveva dimenticato una domanda. "Mi scusi Mia, lei con l' inglese come è messa?" Ecco. Lo sapeva. Lo sapeva. Prima o poi gli insegnamenti e le sgridate di suo padre le sarebbero tornati indietro tipo boomerang. Suo padre che l' ha sempre incitata nello studio dell' inglese odiato, suo padre che le ha pagato una vacanza studio in Irlanda perchè imparasse a parlarlo, suo padre che le ha sempre detto che senza inglese non si va da nessuna parte ormai.
Mia non sa nulla d' inglese. Anzi, le sta proprio antipatico. A lei è sempre e solo importato del suo amato francese. Perchè il francese è una lingua che ha un suo perchè e Mia ci pensa anche in francese. (Ebbene sì)
Mia ieri pomeriggio è rimasta un pò spiazzata da quella domanda e ha capito che una piccolissima porta le si stava chiudendo davanti per colpa dell' inglese. Allora ha deciso in un nano secondo che non le costava nulla buttarsi. "Mah, me la cavo insomma, il mio inglese è buono." "Perfetto Mia, a domattina per il test d' inglese!".
Ecco, ne aveva appena combinata una delle sue. Ma le veniva anche tanto da ridere.

Questa mattina nel tragitto da casa all' agenzia continuava a pensare alla figura da guinness dei primati a cui stava andando incontro.
Entra e si trova seduta intorno ad un tavolo con altre 20 persone. La tipa gentileesimpatica del telefono assume un volto e consegna un test di logica da compilare in 12 minuti. E la logica per Mia è di casa. Successivamente viene consegnato il test di geografia. E Mia si sente un pò 'na capra nel compilarlo perchè saranno anni che non guarda un planisfero. Dopo un' oretta arriva il momento del test d' inglese. Una pagina con 11 vocaboli inglesi da tradurre in italiano, 11 vocaboli italiani da tradurre in inglese e una frase da tradurre dall' inglese all' italiano. Inutile dirvi che i vocaboli erano tecnici, quindi inerenti al call center in cui si andrà a lavorare se si passeranno i 749 colloqui. DHL. Spedizioni. Mia potrebbe lavorare in un call center nazionale ma che può interagire con l' estero, ecco perchè le richiedono una base di inglese. Mia non saprebbe nemmeno comprare 2 etti di prosciutto cotto in una salumeria di Londra, figuriamoci spedire un pacco per DHL.
Alcuni esempi di vocaboli da tradurre:
-Cancello, carico di prova, codice a barre, bancale, delivery note, national transports by road, sender/recipient..
Mia conclude il test e si prepara al colloquio orale individuale.
Entra (per ultima) nella stanza e la tipa gentileesimpatica cerca di metterla subito a proprio agio. Le dice che ha fatto la prova migliore per quanto riguarda la logica, se l'è cavata molto bene con la geografia e che ha passato come prima il test d' inglese.
COSA?!?!?!?!?
Subito ha pensato di dire alla tipagentileesimpatica: "Mi scusi, credo ci sia un errore, quel test non può essere il mio, non posso non aver fatto errori d' inglese", poi ci ha pensato un istante e ha preferito andare avanti e vedere che succedeva. Ha scoperto che quel test portava il suo nome, la sua calligrafia e le sue risposte. Quindi non c' era dubbio, era veramente suo. Mia è stata scelta per presentarsi in azienda lunedì mattina al colloquio, è stata scelta per prima. Prima di un' altra tipa dall' inglese fantastico, che ha tradotto CANCELLO con CALCEL e non con GATE come Mia (l'unica su 20). Grazie al suo inglese e anche un pò agli aeroporti, Mia è stata messa sotto pressione e ha reagito inventando correttamente una serie di parole. Suo padre può essere fiero di lei.
Ma non c'è dubbio. Da questa mattinata ne deduco che il cervello di Mia sia stato assunto per lavorare di notte in una posta londinese. E Mia non me l'ha mai detto, altrimenti non mi sarei preoccupata così tanto prima.

La mente di Mia.

giovedì 29 ottobre 2009

Buon tuo anniversario Mia!

E adesso? Mi dicono che se ne uscirà, prima o poi. Mi dicono che tanto d' amore non si muore, ed è vero. Mi dicono che tanto non era l' uomo della mia vita il Ninja, questo lo so anche io. Mi convincono che se mi amo un pò è giusto finirla qui, ma io mi amo? Mi dicono di amare chi mi ama e non chi mi respinge, ma c'è un modo per farlo?
Oggi son 6 mesi da quel 29 aprile. 6 mesi da quando la sottoscritta ha detto "Ti amo" al Ninja per la prima volta, tra lacrime e risa. 6 mesi da quelle prime volte tra me e lui. E fa effetto perchè oggi, dopo due giorni di silenzio sul cellulare e di tanta confusione in testa, mi ritrovo a scrivere questo post e non so nemmeno perchè. Forse perchè devo trovare un modo per restare a galla. Perchè dopo quella discussione i minuti sono passati e stamattina leggere quel suo "come stai?" torna a strattonarmi. E gli strattoni mi fanno paura da sempre, un pò come i cambiamenti. Mi sento inerme davanti a loro, sono fragile per affrontarli, ora.
Io lo amo questo Ninja, ma non è un amore il nostro, per tanti motivi. E' unilaterale, basta questo credo per far capire che non lo è mai stato, anche se l' ho sperato.
Ma non si può nemmeno far finta di non esserci mai incontrati. Non voglio questo. Voglio solo poter "elaborare" tutto quello che ho dentro.
Perchè sono mesi che cerco una ragione valida per mettere fine a tutto non trovandola mai. Sono periodi che voglio una ragione per la quale non abbracciarlo quando mi è davanti, per la quale dirgli che me ne vado, un pò come sono arrivata, per la quale non amarlo così. Perchè lui non ama e non amerà mai.
Ma io, sì, mi amo, perchè questa ragione non l' ho mai voluta trovare. Perchè in fondo, è il mare nelle mie mattine il Ninja.
E' casa mia.


Mia la confusa

Fiocco azzurro in casa Mia

E' nato.
Sono esattamente mezzanotteequaranta e ho deciso che potevo dare il benvenuto nel mondo a questo blog.
Forse è nato oggi per un motivo particolare, magari più avanti lo racconterò anche!

Intanto un benvenuto a chi passa di qui e a chi vorrà lasciare un commento nel mio mondo.

Mia